In nome dell’arte
Quale sia il significato di arte sociale, Scaf.Scaf – il duo artistico composto da Arta Ngucaj e Arben Beqiraj – lo fa ben comprendere con le proprie azioni che, fin dall’inizio, sono volte a “pizzicare” le corde del presente, quelle che di solito stonano, toccando temi scomodi (per esempio l’immigrazione) con l’obiettivo non solo di dare voce attraverso il proprio lavoro a un’indagine del presente, ma anche e sopratutto – e qui ci sta il senso della socialità della loro poetica – di far in modo che il proprio operato artistico divenga stimolo per la riflessione attraverso la partecipazione dei pubblico, dei fruitori o più semplicemente dei passanti.
Il progetto “In nome dell’arte”
Tutto ciò “In nome dell’arte”, espressione che, oltre a esprimere la vocazione dei due artisti, dà il titolo al progetto che è iniziato il 18 settembre a Bolzano coinvolgendo la comunità del quartiere Don Bosco, le parrocchie presenti sul territorio (quella italiana e quella tedesca) con i rispettivi parroci – Don Stefan della chiesa S.Maria in Augia e Don Gianpaolo della Parrocchia S. Giovanni Bosco – che hanno colto e apprezzato il segno che i due artisti vogliono tracciare trovando una profonda comunione di intenti sia nel gesto creativo che diviene il traslato del più immanente mistero della creazione sia nella pratica della diffusione della “buona parola”, non tanto come predica bensì come azione etica e senza nessun presupposto moralizzante se non attivare una “presa di coscienza”.
Santini con opere d’arte
L’opera di Scaf.Scaf consiste nella distribuzione, attraverso le due chiese coinvolte, di santini che, invece di avere il volto del martire o del santo, hanno stampato la riproduzione di famose 16 opere d’arte contemporanea che toccano il tema del sacro con il retro che è stato appositamente lasciato vuoto, uno spazio bianco da riempire esprimendo un pensiero, uno spazio in cui ogni fedele può scrivere la propria “preghiera” al presente, all’arte, alla conoscenza; uno spazio che assorbe dubbi e perplessità, invocazioni e possibilità. I santini, successivamente, saranno raccolti, andranno a comporre un wall e il contenuto diverrà la materia su cui i due artisti lavoreranno nei mesi a venire per capire come poter trasformare luoghi abitativi, piazze e spazi comuni in contenitori espositivi, stimolando, attraverso la partecipazione attiva, nuovi modelli di convivenza e sollecitando la fruizione dell’arte contemporanea.
Domenica 28 ottobre alle ore 11.00 le facciate dei palazzi prospicienti alla Piazza Don Bosco diventeranno la superficie su cui enormi riproduzioni delle “opere-santino” andranno a costituire un museo a cielo aperto, uno spazio di riflessione in cui il pubblico è chiamato a dare voce al proprio pensiero nell’auspicio che possa divenire anche un credo verso la cultura.
Ispirati dalle parole di Papa Paolo VI per cui la sfida ultima della creazione artistica è quella di «carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità», l’imperativo di Scaf.Scaf è abitare la cultura dove il senso di abitare sta proprio nell’etimologia di frequentare, avere consuetudine di un luogo e il progetto “In nome dell’Arte” assume il contesto sociale del quartiere di Don Bosco di Bolzano come un prototipo per indagare l’interazione interpersonale che esiste fra gli individui e il rapporto che essi hanno con il territorio e con la cultura contemporanea.
Il progetto è realizzato con l’avvallo e la partecipazione delle istituzioni religiose e con il contributo della Ripartizione Cultura Italiana di Bolzano.