Da impresa a rischio chiusura a cooperativa: la storia di Giovacchini
Breve intervista a Irene Martinelli, una delle socie fondatrici della Cooperativa Giovacchini, nata dal rilevamento dell’attività da parte dei lavoratori di un’impresa a rischio chiusura.
Qual è stato il motivo trainante per costituire la cooperativa?
Il titolare della ditta individuale Giovacchini Renzo per cui lavoravamo, per limiti di età voleva ritirarsi dall’attività e dopo aver cercato di vendere la ditta e il negozio ha proposto a noi dipendenti di rilevarli. I motivi che ci hanno spinto sono stati la volontà di portare avanti il nostro lavoro, frutto di anni di esperienza, e il timore di avere un titolare che non avrebbe saputo valorizzare le nostre peculiarità, oltre ovviamente alla speranza di riuscire a ottenere dal nostro lavoro dei buoni stipendi e delle migliori condizioni lavorative. Non avendo nessuno di noi singolarmente il capitale necessario per rilevare l’attività, abbiamo deciso di unire le forze e di costituire una cooperativa.
Quali sono i punti di forza dalla vostra cooperativa?
La lunga esperienza lavorativa e il forte desiderio di portare avanti l’attività per conservare i nostri posti di lavoro.
Quale è stato il fattore più importante che vi ha fatto crescere in questi anni?
La necessità di dover sviluppare la nostra imprenditorialità: nessuno di noi aveva nozioni ben precise su come si mandasse avanti una società, su come diventare imprenditori di se stessi con tutti i pro e i contro che questo comportava. Abbiamo dovuto concentrare le forze e le idee, comprendere tutte le parti burocratiche fino ad allora a noi estranee, analizzare le richieste del mercato e trovarne di nuove da proporre. Un altro fattore importante è stato il rispetto di idee e opinioni e la democrazia che abbiamo mantenuto in tutti questi anni.
C’è qualcosa che non ha funzionato bene e che avreste fatto diversamente?
Alcune problematiche, magari di tipo economico o tecnico, nel corso degli anni ci sono state, anche se sono state superate: dalla vendita di orologi meccanici siamo dovuti passare a sistemi complessi di rilevazione del personale tramite software e ci siamo dovuti costantemente aggiornare. Anche l’inserimento di nuove figure professionali non è stato sempre facile, in un gruppo affiatato a volte è difficile inserire nuove persone, a maggior ragione in un settore particolare come il nostro. Forse, a posteriori, inserire regole più precise ci avrebbe aiutato.
Cosa consiglieresti ai lavoratori che stanno considerando di costituire una cooperativa per rilevare l’impresa in cui lavorano?
Bisogna sicuramente armarsi di pazienza e di tanta energia ed umiltà: diventare imprenditori di se stessi in forma cooperativa è un percorso in cui, se non si fa attenzione, si rischia di ricadere nella vecchia dinamica padroni/lavoratori incompatibile con la forma cooperativa stessa. In ogni caso è un’attività costruttiva in cui vale la pena investire le proprie energie.
Per approfondire il tema del WBO (Workers Buy Out), il rilevamento di un’impresa a rischio chiusura da parte dei suoi dipendenti, visita la nostra pagina dedicata.