L’Abc dell’informatica
La coop Abc Project, di Stefano Masetti e Stefano Frizzera, tra sfide della pandemia e cybersecurity: “Oggi si è capita davvero l’importanza del nostro settore”.
Dalla pandemia ci raccontano di aver imparato “la pazienza”. Di certo il lavoro, per la cooperativa Abc Project, fondata nel 2002 da Stefano Masetti, non è mancato: specializzati nell’intero alfabeto informatico, con l’entrata in scena del Covid-19 hanno concentrato la maggior parte delle loro energie nell’allestimento di reparti, terapie intensive, hub vaccinali per l’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige. Passata la bufera, però, vorrebbero tornare a concentrarsi maggiormente sull’assistenza alle piccole medie imprese, che è stata anche la formula con cui sono partiti 19 anni fa, per l’appunto.
“Siamo nati nel 2002, e venivamo da un’esperienza come dipendenti nella più grande azienda informatica dell’Alto Adige”, ci racconta Masetti. “Abbiamo quindi deciso di metterci in proprio, e la scelta della forma cooperativa non è stata casuale: avevamo voglia di dare un plus ai clienti e mettere in gioco direttamente le nostre competenze, e inoltre l’essere una coop negli anni ci ha consentito di distinguerci sul mercato”.
Il nostro lavoro spazia quindi dalla sostituzione o integrazione di qualsiasi apparecchiatura informatica all’interno di una realtà preesistente, fino alla realizzazione ex novo dell’infrastruttura aziendale e dei sistemi di sicurezza perimetrali per la difesa dei propri dati, “tutto ciò che gravita attorno all’informatica, insomma”.
Eroghiamo servizi di consulenza informatica professionale pre e post-vendita oltre naturalmente a competenze professionali per la messa in opera e manutenzione di tutto l’apparato informatico, dalla singola postazione di lavoro alle grandi reti aziendali.
Alle aziende proponiamo in particolare i nostri sistemi ClHouse, un’infrastruttura pay-per-use per essere sempre connessi all’azienda evitando di avere dati in Cloud.
Per i privati invece che si presentano da noi per interventi di riparazione, aggiornamento o riassetto del sistema operativo, abbiamo sviluppato negli anni una particolare formula a forfait.
“Insieme al cliente – spiega Masetti – valutiamo le soluzioni più adatte per informatizzare il lavoro, considerando soluzioni Server in Cloud o in casa in base alle esigenze e disponibilità. Si parla quindi di soluzioni di lavoro remoto nel caso in cui le sedi di lavoro siano mobili o delocalizzate, servizi di stampa ottimizzata per ridurre i costi e software di gestione per organizzare al meglio il lavoro.
Ci occupiamo poi di sistemi informatici aziendali delocalizzati, dove ovunque la persona sia, con la massima sicurezza e affidabilità, può lavorare tranquillamente come se fosse in ufficio. Infine, forniamo software gestionali per la semplificazione di tutti i processi di gestione aziendale, gestione magazzino e documentazione aziendale e tutto quello che concerne i processi produttivi di cui si può avere bisogno”.
Da sempre in anticipo sui tempi, fin dal 2007 ABC Project sviluppa soluzioni di IAAS (Infrastructure as a Service) fornendo con grande successo ai propri clienti soluzioni hardware e software a noleggio flessibili e personalizzabili con comodo pagamento mensile.
Sin dalla sua nascita la cooperativa ha collaborato con l’Azienda sanitaria e da 4 anni è titolare dell’appalto per l’assistenza completa a tutto il comprensorio dell’Alto Adige. Parliamo di numeri importanti, circa 8000 Personal computer, nonché altrettante periferiche a loro collegate con tempi di risposta inferiori alle 24 ore.
“In generale con l’avvento della pandemia – evidenzia Frizzera – si è visto che l’informatica oggi è indispensabile per grandi ma anche per piccole realtà”.
Eppure chi negli anni si era rivolto ad Abc Project non si è fatto poi trovare impreparato dall’arrivo della pandemia e dunque da esigenze come collegamenti veloci, postazioni per smart-working e digitalizzazione della documentazione: “Noi rivendevamo già i sistemi per lavorare da dovunque: sono circa vent’anni che abbiamo queste soluzioni “ClHouse”, pay-per use. I clienti si sono trovati quindi avvantaggiati perché erano già pronti allo smart-working, alcuni lo utilizzavano già da moltissimi anni”, racconta Frizzera.
Il problema della scarsa alfabetizzazione informatica e di un rallentamento degli investimenti già subito dopo i primi anni 2000 sono un problema che interessa tutta Italia, e anche l’Alto Adige:
“Dati alla mano (DESI 2020), l’Italia è tra gli ultimi paesi Europei in fatto di informatizzazione. L’Alto Adige fortunatamente ha accelerato negli ultimi anni, ma a quanto abbiamo potuto vedere, troppo spesso, le aziende hanno un’infrastruttura non adeguata alla realtà informatica odierna, soprattutto dal punto di vista della sicurezza.”
Gli attacchi informatici sono un problema molto reale e molto vicino. Negli ultimi mesi ne stanno arrivando soprattutto dalla Cina e abbiamo aziende del territorio che sono state colpite duramente: di solito non sono lanciati per rubare segreti ma per usare i server come cavalli di Troia per altre attività fraudolente o peggio ancora per criptare i dati aziendali rendendoli cosi inaccessibili.
Spesso arrivano poi richieste di riscatto salatissime in bitcoin e non è detto che pagare serva a risolvere la questione, anzi siamo noi stessi che sconsigliamo di farlo. Purtroppo – prosegue Masetti – i clienti spesso non comprendono che sono cose all’ordine del giorno, basta un clic sulla mail sbagliata e sei preso d’assalto. Per questo vogliamo prima di tutto far comprendere l’importanza del nostro lavoro, soprattutto alle piccole imprese che faticano ad investire nel comparto informatico, non rendendosi conto che oggigiorno tutto viene veicolato per via telematica, dalle comunicazioni, agli ordini per arrivare alla fatturazione. Avere un apparato informatico che funziona male, spesso significa perdere denaro.