“Un ruolo davvero fondamentale”
La direttrice della cooperativa sociale di tipo B Oasis Giulia Failli fa il punto sul ruolo delle cooperative sociali in provincia di Bolzano.
Quello delle cooperative sociali è un universo ampio e variegato, fortemente radicato nel territorio ma anche caratterizzato da una serie di sfide che riguardano il prossimo futuro.
Per conoscere meglio questo contesto cruciale sia per il mondo del lavoro che per la tenuta del tessuto sociale locale abbiamo sentito Giulia Failli, direttrice della cooperativa sociale di tipo B Oasis e fino al 2016 vicepresidente di Coopbund.
Cosa sono le cooperative sociali e perché il loro ruolo è così importante nella società odierna?
Le cooperative sociali svolgono un compito fondamentale per alimentare il mondo del lavoro e offrono occupazione alle fasce deboli ed ai cosiddetti soggetti svantaggiati. In sostanza alle persone certificate in base alla legge 381 del 1991, ossia persone con disagio psichico, invalidità fisica, problemi di dipendenza oppure con la giustizia ecc. Naturalmente oltre ad offrire posti di lavoro a persone che hanno particolari difficoltà, le cooperative occupano anche una serie di dipendenti cosiddetti ‘ordinari’ o normodotati.
Una cosa che però normalmente non emerge è che le cooperative sociali spesso offrono opportunità di lavoro anche alla cosiddetta ‘fascia grigia’. Ovvero a quelle persone che non sono certificate, ma che vivono una situazione di forte disagio sociale.
Quale lo specifico della realtà altoatesina per quanto riguarda le cooperative sociali?
Le cooperative sociali della provincia di Bolzano hanno una dimensione più ridotta rispetto alle grandi realtà presenti nel resto d’Italia. Per questo motivo le nostre cooperative sono più radicate e conoscono quindi le esigenze specifiche di ogni città, valle o paese. Credo che questa sia una grande ricchezza. Io personalmente sono scettica riguardo alle grandi cooperative sociali che arrivano da fuori regione e occupano spazi di mercato locali, ma che non hanno nessun legame con il territorio.
Questo problema negli ultimi anni si è di fatto manifestato.
Sì, siamo diventati anche noi terra di conquista sulla base di un fenomeno che in Italia si è sviluppato prima, forse a causa della crisi. Fatto sta che le gare d’appalto altoatesine sono oggi affollate di competitor di altre cooperative che arrivano da fuori, anche da molto lontano.
Famoso è stato il caso delle associazioni Lebenshilfe e Arbeitsgemeinschaft für Behinderte, sopravanzate qualche anno fa dalla Tundo Vincenzo Spa di Lecce.
Il nostro auspicio è quello che con la nuova legge provinciale sugli appalti cambi qualcosa. Va tenuto a mente che da noi sono presenti tre gruppi linguistici e che quindi è fondamentale, soprattutto nei servizi alla persona, la conoscenza delle lingue e del contesto culturale locale.
Il riequilibrio però non è facile da realizzare perché esistono importanti vincoli sia nazionali che europei.
Esattamente: non sarà facile, ma noi di Coopbund continueremo ad impegnarci per favorire lo sviluppo delle piccole-medie cooperative locali.
Poi c’è il fatto che le pubbliche amministrazioni oggi come oggi tendono ad avere meno soldi da gestire rispetto al passato.
Sicuramente anche questo è vero. Ma nonostante ciò noi chiediamo a gran voce che nelle gare il prezzo non sia l’elemento preponderante. Noi in ogni caso intendiamo giocarcela sul piano della qualità e del progetto tecnico e sociale. Vista la complessità dell’organizzazione di un bando con offerta economicamente più vantaggiosa, in alcuni casi la pubblica amministrazione predispone gare pluriennali, quindi con importi consistenti. Aumentano così i requisiti di accesso e perciò le piccole cooperative non riescono a soddisfarli. In alcuni casi siamo così costretti ad allearci con cooperative più grosse ed imprese private che hanno i requisiti necessari. La situazione è piuttosto complessa, in effetti.
Fino a poco tempo fa lei è stata anche vicepresidente di Coopbund. Lo scopo era anche quello proprio di poter seguire e promuovere il mondo delle cooperative sociali?
Sì. Anche oggi noi stiamo continuando a reclamare che venga promossa la qualità. Bisogna, infatti, ricordare che esiste anche il fenomeno delle cooperative spurie. Sull’onda della crisi oggi il settore del sociale, che prima non veniva preso in considerazione, si sta affollando come non mai. Spesso assistiamo a fenomeni per cui prima nasce l’idea di realizzare un’impresa e solo successivamente si sceglie la ’veste’ sociale per realizzarla. Il ’bambino’ in questo modo però viene concepito male fin dall’inizio: nel dna queste realtà non potranno mai avere i geni giusti per divenire vere cooperative sociali.
Una ventina di anni fa all’interno del carcere di Bolzano è nata una cooperativa, perché un gruppo di persone sensibili si è reso conto che dopo il carcere non c’era nulla. Altre cooperative sono nate per offrire opportunità per esempio ai malati psichici o a persone disabili ecc. Oggi, invece, assistiamo spesso a un fenomeno per cui la motivazione sociale passa in secondo piano rispetto a quella economica. Talvolta la scelta del settore del sociale avviene per godere di una serie di agevolazioni. Come Coopbund cerchiamo di contrastare questo fenomeno, perché alla fine a pagare guarda caso sono soprattutto le ‘vere’ cooperative sociali e le persone in esse occupate.
In effetti a livello nazionale recentemente in seguito ad alcuni fatti di cronaca abbiamo assistito ad una sorta di demonizzazione del settore…
Sì e a livello di opinione pubblica questo ha finito per condannare un’intera categoria. Il contraccolpo dei ‘fatti romani’ lo abbiamo sentito fino a Bolzano. La situazione non è facile. Però noi affermiamo con forza che la cooperazione sociale è importante e necessaria. Nelle cooperative sociali associate a Coopbund sono occupate oltre 250 persone svantaggiate e ci sono molti esempi virtuosi di cooperative che da anni svolgono con successo e serietà attività di inserimento lavorativo. Le cooperative sociali sono quindi di fondamentale importanza per l’intera comunità.
Personalmente lavoro da 20 anni nelle cooperative sociali e lo trovo un ambiente straordinario!